CAPITOLO 1°
12 Agosto 1999 - Piazzetta di Capri
La folla antiferragostana formicola, e noi con lei, in quest'isola che oggi sembra essere il centro del mondo. Qui, dove la nobiltà partenopea convive maltollerante con il turismo popolare, e la ciabatta 'gnorante con il sandalo artigianale in vero cuoio, attorno ad un tavolino e un gelato fragola e limone tutti leggono e il compilatore scrive.
L'equipaggio si fa piacevolmente rapire dalle vetrine milionarie dell'isola e, tra un chiosco "scialapopolo" e un gioielliere da 1000 e una notte, giochiamo a fare i divi americani nelle estati d'oro tra i '50 e i '60.
Carissimi, quest'approdo è un vero gioiello del nostro stivale, ricco di poesia pulcinelliana, tradizionale quanto basta per farci vivere la sua sempiterna magia. Sicuramente sarete passati anche voi da queste parti almeno una volta.........
Il panorama è mozzafiato e le scogliere si ergono eleganti e maestose in piena consonanza con i lussi dell'isola. La natura si è sbizzarrita in profondità dalle declinazioni cristalline, decorazioni di agavi e pini marittimi sui dirupi. E l'uomo non si è lasciato intimorire e ha costruito dimore principesche e mimetiche con vista su questo mare che iscpira tanto sentimiento.
Intanto il Mago si riposa a Marina Piccola, cullato dalle onde e vegliato dalla ieraticità dei 2 Faraglioni.
Pensate che quando abbiamo pianificato il tour a tavolino e computer avevamo previsto di lasciaci Capri come boa sud, non di trovarci una boa a sud di Capri, anagramma che però ci è piaciuto molto e ci ha permesso di dormire sereni in rada.
Dovete sapere che anche in questa vacanza, non ci siamo mai fatti mancare niente : non una mozzarella di bufala, non una grigliata di scampi e gamberi, non una linguina ai frutti di mare, niente di niente. Il tour velico, se pur parco di vento, è stato sempre generosamente annaffiato da nettari del calibro del Greco di Tufo o Fiano di Avellino.
E poi, fiumi di mirto e limoncello. E a proposito di questo liquore da costiera amalfitana, nessuno può dimenticarsi di quello di Paolino, ristoratore tanto luculliano quanto distratto per avercene venduto una versione casalinga ma, ahimè, corrosiva. Però sotto il suo limoneto aveste visto la cozzata da 3 Kg in centrotavola, le acciughe marinate, il tavolo dei dolci, ricco e trionfale come una natura morta del Baschenis.